LA CIVILTA' DEGLI STAZZI

La Gallura degli Stazzi ha origini antiche, ma assume la forma oggi nota solo negli ultimi secoli. La sua originalità è data da un insediamento umano detto ad habitat disperso: piccoli nuclei familiari diffusi nel vasto territorio.


👨‍🌾 Gli autori di questa forma di stanzialità sono pastori e, nello stesso tempo, contadini, che hanno di se stessi una grande considerazione economica e si sentono padroni del loro futuro.

Hanno saputo costruirsi proprietà e ricchi possedimenti percorsi da greggi e mandrie; conoscono il mestiere dell'agricoltore, si sentono liberi nelle scelte fondamentali e autonomi da forme di pressione sociale, come pure in grado di rispondere ai problemi posti da una natura difficile.


🌾 È vero che la superficie a riposo superava di gran lunga quella coltivata, che la rigenerazione del suolo era lasciata completamente nelle mani della natura, che l'agricoltura era limitata quasi alla sola coltivazione di cereali, con soluzioni tecniche adeguate alla capacità e ai bisogni della gente che abitava il territorio. Tuttavia, il pastore-contadino gallurese possedeva una complessa serie di conoscenze tecniche proprie dell'agricoltura su:

natura dei suoli,

fenomeni atmosferici,

struttura e adattabilità delle piante,

interventi correttivi,

nozioni idrauliche.


🔧 Costruiva gli attrezzi, dominava gli animali, classificava numerosi dati, stabiliva il calendario agrario, padroneggiava sistemi di proprietà e usi giuridici.


👨‍👩‍👧‍👦 Nella famiglia gallurese ogni membro aveva un preciso ruolo produttivo per il miglior funzionamento della piccola azienda pastorale.


🍞 Autosufficienza negli stazzi

Ogni stazzo poteva considerarsi una struttura autosufficiente, perché:

vi si seminava il necessario per i bisogni familiari,

vi si producevano latticini e carni per il companatico,

gli scambi erano ridotti a poca cosa.

🧵 Si producevano indumenti, cibi e persino gli strumenti semplici del lavoro.


📚 Tratto da: Gallura, Cenni storici e diversità linguistiche della Consulta Intercomunale Gallura. Editrice Taphros




















LO STAZZO

🏡 Lo stazzo: fulcro della vita campestre

Lo stazzo, fulcro e cellula primaria della vita in campagna, comprende la casa e un numero congruo di tanche, impiegate a rotazione per l'agricoltura e la pastorizia.

Un determinato gruppo di stazzi forma la cussogghia. Ogni stazzo ha la sua fonte per le persone e il pozzo per abbeverare gli animali.


🏠 La casa dello stazzo

La casa dello stazzo è composta da ambienti diversi per accogliere:

la famiglia, quasi sempre patriarcale,

l'ospite e il mendicante.

Altre parti sono destinate a derrate e provviste, mentre non lontano si trova il rifugio per gli animali.


🔹 Distribuzione degli spazi:

Cucina

Appusentu: la camera da letto

Lu pinnenti: lo sgabuzzino

La zidda: il focolare

Lu furru: il forno

Lu salconi: la baracca per i capretti

La saurra: il recinto per i maiali

Lu puddagghju: il pollaio per le galline

🪑 Arredi e mobili

Nella casa gli arredi e i mobili sono semplici e pratici:

La banca: il tavolo

La cagghjna e l'uppu: recipiente in legno per l'acqua e mestolo in sughero

Lu banconi: una sorta di divano

La cridenza: la credenza

L’incanicciatu: il graticcio

La festina: fusto di vecchio ginepro con rami usati per appendere oggetti

Lu balastragghju: armadio da cucina

👩‍🌾 Gli abitanti dello stazzo

Un’analisi più attenta va fatta sull’uomo di Gallura, con i suoi pregi e difetti, per comprendere:

perché ha distribuito il territorio in quel modo,

come ha realizzato le sue case,

come ha inventato la sua lingua.

Valori centrali:

La solidarietà: una forma istituzionalizzata senza bisogno di codici scritti.

La punitura: un sistema simile a chiedere un prestito in banca senza interessi. Chi subisce un danno (nel gregge o in altri beni) può richiedere aiuto e ricevere quanto perso o necessario.

La manialia: il coinvolgimento della comunità per sostenere lavori che il singolo non potrebbe affrontare da solo, sia per la fatica che per i costi.

🎉 I grandi momenti della vita

Nascita, matrimonio e morte sono accompagnati da:

Riti complessi e solenni,

Usanze precise, che superano il cerimoniale religioso.

L’istituto della famiglia segue il sistema patriarcale, con gli anziani che svolgono il ruolo di educatori e custodi delle tradizioni.


🌾 L'economia dello stazzo

L’economia, spesso povera ma mai misera, si basa su:

Agricoltura e pastorizia,

Caccia e apicoltura.

L'autonomia e lo scambio di prodotti rappresentano la base del sistema economico.

🍞 La cucina gallurese

Il cibo è essenziale e valorizza i prodotti tipici dello stazzo:

Pane: come lu coccu illa zidda (focaccia azzima cotta sotto la cenere del focolare).

Carni e latticini:

Arrosti di porcetto, agnello e capretto.

La rivea (coratella di agnello o capretto arrostita).

Carne lessa e brodo.

La suppa, mazza frissa, lu casgiu furriatu, l’ociu casgiu.

Formaggi:

Pischedda, li buttoni, lu casgiu ruzzu, lu casgiu fràcicu.

📚 Tratto da: La Gallura, persone, storie e fatti di Don Nanni Columbano Rum












ANTICA TERRA DI GALLURA: APPROFONDIMENTO STORICO

🌊 La Gallura: un paesaggio unico

La Gallura è fatta di mare, pianura, collina, montagna, zone coltivate e lande deserte. Gli appassionati di archeologia possono trovare, in questa diversità ambientale, testimonianze delle civiltà prenuragica, nuragica, punica, romana e medievale.


Ma ciò che più di ogni altro elemento caratterizza il paesaggio della Gallura sono le rocce di granito, che, levigate o seghettate dal vento e dalla pioggia, assumono la forma di montagne in miniatura e straordinarie sculture naturali.


🏡 Lo stazzo: fulcro della vita rurale

Caratteristico della Gallura è l’insediamento rurale sparso, costituito dagli stazzi, aziende agro-pastorali autosufficienti create, in origine, da pastori, molti dei quali venuti dalla Corsica tra il Seicento e il Settecento.

Lo stazzo comprendeva:

Una casa,

L’ovile, la vaccile (stalla), la porcilaia,

L’orto e la vigna.

Parte del terreno veniva destinata alla coltivazione dei cereali, e parte al pascolo brado. Numerosi e fiorenti fino a qualche decennio fa (circa 2.200), molti stazzi sono stati abbandonati per il fenomeno dell’urbanesimo.


🗣️ Il dialetto gallurese

Il dialetto gallurese non deriva dalla lingua sarda, ma dal corso e dalle varianti del toscano, ligure e italiano, arricchito da influenze catalane e spagnole. Pare che gli stazzi siano stati costruiti, a metà del Settecento, da profughi corsi in cerca di tranquillità.


🛖 La casa nello stazzo

Durante il periodo di floridezza (1850-1870), la casa dello stazzo era semplice:

Una sola camera in muratura, con il pavimento in terra battuta,

Lu fuchìli: il focolare, delimitato da pietre, al centro della stanza,

Graticci appesi al soffitto per conservare formaggi, cagli e insaccati,

Mobili essenziali come:

La banca (tavolo),

Lu bancu (una panca simile al triclinio romano),

La lùscia (contenitore cilindrico per il grano).

Vicino alla casa si trovavano:

L’ovile, il porcile, la stalla,

L’orto, la vigna e le radure destinate alla coltivazione e al pascolo.

👨‍👩‍👧‍👦 La famiglia nello stazzo

La famiglia era patriarcale: gli anziani vegliavano come custodi delle tradizioni e dell’economia domestica. Ogni membro aveva un ruolo:

Gli uomini lavoravano nei campi,

Le donne si occupavano delle faccende domestiche,

I bambini custodivano le bestie e trasportavano acqua dalla fonte,

Anche i diversamente abili e i mendicanti trovavano un ruolo nello stazzo.

🌾 Cicli di vita e lavoro

La sacralità dello stazzo era legata ai cicli della natura:

Il grano (e il pane),

Il latte,

Il vino,

La carne.

Le attività di socialità includevano:

L’uccisione del maiale,

La trebbiatura,

La vendemmia,

Li manialìi: aiuti collettivi per i lavori più impegnativi.

Anche i fidanzamenti, i matrimoni e i funerali seguivano riti complessi e solenni.

⚖️ Valori e giustizia

Li rasgioni: diatribe legali risolte da anziani di fiducia, senza ricorrere alla magistratura,

Li paci: cerimonie di riconciliazione,

Feste religiose nelle chiese sparse per la campagna.

🏗️ Evoluzione dello stazzo

Con il periodo pre-industriale e industriale:

Gli stazzi vennero rimodernati,

Il mobilio si arricchì di nuovi elementi,

Le prime scuole furono ospitate negli stazzi abbandonati.

Tuttavia, l’abbandono del lavoro rurale e il consumismo sconvolsero i ritmi tradizionali.












A PRANZO NELLO STAZZO

La vita dura dello stazzo e i suoi piatti tipici

La vita dura dello stazzo veniva spesso allietata da pietanze di eccellente sapore che rappresentavano (e rappresentano ancora, rivedute e corrette) i piatti tipici delle occasioni di incontro festivo.


Tralasciando i cibi quotidiani, pur saporitissimi, a base di:

🍝 Pasta fatta in casa (tadharìni e fiurìtti: tagliatelle e pasta lunga ricavate a mano dalla sfoglia),

🥣 Pasta e fagioli,

🥔 Pasta e patate,

🥬 Prodotti dell’orto e carni comuni,

si può dire che molte di queste pietanze sono fondamentali per comprendere la "civiltà dello stazzo".

🥘 La suppa cuàta

Oggi nei menù dei ristoranti è conosciuta come suppa cuàta (zuppa nascosta), ma un tempo veniva semplicemente chiamata la suppa.


Già presente, pare, nel Settecento nella cucina gallurese, rappresenta uno dei piatti più caratteristici dell’economia alimentare dello stazzo, basata principalmente sui prodotti del:

🌾 Grano,

🥬 Orto,

🥛 Latte.

🎉 Un piatto per le grandi occasioni

Quando i matrimoni si celebravano in famiglia, la suppa costituiva il clou del ricco pranzo di nozze. Per l’occasione, veniva chiamata una magnista (cuoca) di provata esperienza, perché la suppa di un matrimonio doveva essere eccellente, degna di mintòu (degna di ricordo) e simbolo della buona sorte degli sposi.


📚 Riepilogo fonti:

Antica Terra di Gallura di Franco Fresi, Editrice Taphros.

Gallura, Cenni storici e diversità linguistiche della Consulta Intercomunale Gallura, Editrice Taphros.

La Gallura, persone, storie e fatti di Nanni Columbano Rum, Edizioni Della Torre.

Condividi questa pagina
Share by: